La Quaresima e le tradizioni

È arrivato anche il Martedì Grasso. Gli farà seguito, domani, il Mercoledì delle Ceneri, che dà avvio alla Quaresima. Mia nonna mi raccontava che, in questo lungo periodo di attesa della Pasqua, era usanza tenere appeso un fantoccio che rappresentasse la Quaresima e che, arrivata la Domenica di resurrezione, veniva bruciato, a testimonianza della fine del periodo di penitenza e privazioni appena trascorso. Con particolare divertimento, poi, mia nonna rievocava il siparietto a cui il fratello - don Raffaele - dava vita insieme a un amico: prendevano sottobraccio il fantoccio dalle sembianze femminili suscitando i rimproveri della gente dell’epoca, scandalizzati dal fatto che una donna si facesse portare a quel modo non da uno, ma da due uomini. Oggi considerazioni come queste sono del tutto assurde. Come lontano è nel tempo e nello spazio quel sentire comune che spingeva a creare il fantoccio della Quaresima - al Casamale a Somma Vesuviana, però, ancora si trova - da tenere appesa nell’attesa della Pasqua. Del resto, la stessa Quaresima, la stessa Pasqua, allora erano vissute in maniera del tutto diversa rispetto ad oggi. E tuttavia però è giusto tenere vive quelle tradizioni, tra mille difficoltà, con mille sforzi. Rispondiamo così all’interessante riflessione partita da Michele Attanasio sul suo blog Il Cratere Ribolle. Per chi scrive ha senso tenere viva una tradizione che sta morendo. Così ci si riconnette al passato, si tiene viva la memoria e si dà l’opportunità, quando questa forsennata voglia di reclusione che caratterizza una società iperconnessa sì, ma povera di relazioni in prima persona, di condivisioni, unione, lascerà spazio a una nuova voglia di socialità e di star insieme. Serviranno bussole come le tradizioni passate, da usare anche solo come punti di partenza per crearne di nuove.

SEGUICI SU FACEBOOK:

CONDIVIDI LA NOTIZIA SU:


Scrivi commento

Commenti: 1
  • #1

    michele attanasio (martedì, 13 febbraio 2024 16:38)

    In questo articolo si sente l'emozione di quel fantoccio appeso sui bambini, del fuoco che trasforma e la luce che scaccia le tenebre. Un mondo magico di cui sento la mancanza; di quel sistema fatto più di conoscenza che di sapere. Non è ancora tutto perso, se c'è ancora chi, come l'autore di questo articolo, si interroga sulla possibilità di tramandare le tradizioni di cui abbiamo memoria.
    Michele Attanasio
    www.ilcratere.org