Viva viva il Carnevale

Viva viva il Carnevale

 

Archiviate le festività natalizie e di inizio anno, la voglia di festeggiare non deve venire affatto meno: siamo già entrati pienamente, infatti, nel periodo di Carnevale e ci resteremo ancora per una decina di giorni, fino al Martedì Grasso, che quest’anno cade il 13 febbraio. Ci aspettano giorni di risate e divertimento, sfilate, allegria e maschere. Coriandoli, stelle filanti e trombette. Una lunga festa fino all’inizio della Quaresima, la quale con il Mercoledì delle Ceneri, quest’anno in concomitanza con San Valentino, dà il via all’astinenza, ai digiuni, alla moderazione necessari per prepararsi degnamente ai misteri pasquali.

La stessa parola “Carnevale”, del resto, secondo la più accreditata delle interpretazioni, deriverebbe dall’espressione latina carnem levare, ossia eliminare la carne, provvedimento da assumere nei quarantasei giorni che precedono la Pasqua, quest’anno in calendario domenica 31 marzo. E allora, se astinenza deve essere, è bene far festa prima, fin quando si può: di qui la grande importanza che al cibo (lasagna, chiacchiere, migliaccio, solo per limitarsi ai piatti tipici della Campania) e anche al buon vino, si assegna in questo periodo dell’anno (del resto il Carnevale vecchio e pazzo della poesia mangia fino a scoppiare). Periodo che, in ogni caso, è anzitutto e soprattutto un momento di sovvertimento delle regole, di piccolo che si fa grande e grande che diventa piccolo, di superamento della quotidianità, di stupore, meraviglia, socialità.

Se il Natale è la festa dell’amore divino e la Pasqua invita (chi crede, va da sé) a contemplare il miracolo della resurrezione, comportandosi in maniera tale da tendere ad esso (senza corpo, chiaramente), il Carnevale è invece una festa umana, molto umana. Di un’umanità che ha voglia di divertirsi, di essere, per una volta, ciò che non potrà mai essere nella realtà, di un’umanità che vuole esorcizzare le proprie paure e godere senza temere conseguenze né giudizi, che vuole evidenziare difetti e storture affinché un giorno, magari, vengano accettate anche se non sono parte di un travestimento di Carnevale.

E allora lo diciamo forte: viva viva Carnevale. E buon divertimento!

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