Storace rischia la galera per un "reato d'opinione"

Ecco quanto scrive su Facebook, l' onorevole Francesco Storace: "Tranne l'editoriale di oggi di Roberto Buonasorte sul Giornale d'Italia, tutto tace. Sembra quasi normale, in Italia, che per aver detto indegno - che e' un giudizio e non una parolaccia - al capo dello Stato e nonostante una riappacificazione al Colle che spero sincera, si possa andare in galera. Fra un mese esatto, il 21 ottobre, rischio infatti il carcere. Offese al prestigio e all'onore del capo dello Stato, pena prevista da uno a cinque anni di reclusione. Se la pena e' superiore ai due anni, grazie alla legge Severino - mi dicono alcuni esperti di diritto, ma non ho approfondito - potrebbe scattare la decadenza in regione e l'incandidabilita'. Troppa grazia...
Il procedimento fu aperto col benestare di Clemente Mastella, perché si tratta di un reato che si persegue con l'autorizzazione del ministro.... 
Orlando, il ministro di oggi, respinge le richieste sullo stesso argomento e per espressioni di ben più colorita gravità, diciamo. Basti pensare ai grillini o alla straordinaria penna di Travaglio. Quindi, a processo uno si' e tutti gli altri no. Anche Bossi, credo.

Tutto tace, tranne pochissimi. Gasparri, il più attivo di tutti, ha presentato un disegno di legge per abrogare il reato. Del resto, se il capo dello Stato si sente offeso, quereli direttamente come un comune cittadino, il primo della Repubblica. No, lo decide il ministro della giustizia.... Poi, si sono mossi con solidarietà varie La Russa - pure lui con la proposta di legge - Giachetti del Pd, Smeriglio di Sel, Capezzone di Forza Italia, Cicchitto di Ncd e anche Gianfranco Fini. Spero nell'assoluzione. Ma se il giudice mi condanna, non voglio benefici di legge e mi presento al carcere. Se in questo paese si può andare in galera per una parola di contestazione a Napolitano, se ne devono accorgere tutti".


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