ONCOLOGIA VETERINARIA / "Ambiente, Animali e Veterinaria"

Gli animali domestici sono oggi considerati nelle società più evolute come veri e propri membri della famiglia.

Purtroppo anche gli animali domestici si ammalano di cancro.

 

Il notevole aumento dell’incidenza di neoplasie negli animali da compagnia può essere attribuito a diversi fattori, tuttavia è chiaro che anche gli animali oggi vivono più a lungo e le condizioni di cura ed alimentazione sono sicuramente più adeguate di un tempo.

 

Una volta fatta la diagnosi di neoplasia, ci si deve chiedere cosa bisogna fare, o meglio, qual è il tipo di terapia più appropriata.

 

Dopo la diagnosi:

·         Conoscenza delle caratteristiche biologiche della neoplasia;

·         stadiazione clinica;

·         quadro clinico completo dell’animale;

·         volontà e disponibilità del proprietario nell’effettuare trattamenti.

Non tutti i proprietari saranno disposti ad aiutare il proprio Fido.

·         Esposizione economica dei trattamenti;

·         Non forzare la mano e lasciar decidere al proprietario.

Rispetto a molte pratiche del passato, oggi le scienze veterinarie hanno fatto passi da gigante nelle diverse discipline, compresa l’oncologia.

Ed infatti, oggi abbiamo a disposizione per molte forme tumorali delle terapie mirate che ci permettono di poter allungare la vita dei nostri pazienti facendoli vivere in maniera dignitosa.

Sebbene non esista una terapia unica e risolutiva, il cancro non deve essere più considerato il male assoluto.

Che cos’è il cancro?

E’ una proliferazione rapida, afinalistica e incontrollata di cellule somatiche che hanno subito un danno ai “geni” o più in generale al genoma o ai cromosomi. Le neoplasie si distinguono in benigne o maligne, in relazione al comportamento biologico.

Le neoplasie benigne hanno una crescita di tipo espansivo ed in genere sono ben confinate. Non metastatizzano e possono anche regredire

I tumori maligni si caratterizzano per

·         crescita rapida;

·         elevato indice mitotico;

·         Vascolarizzazione (angiogenesi);

·         metastasi.

La nomenclatura dei tumori indica generalmente l’istotipo da cui prende origine la neoplasia.

In linea di massima si distinguono carcinomi, sarcomi e tumori a cellule rotonde o discrete.

Carcinomi: tumori maligni che originano dai tessuti epiteliali (di rivestimento o secrezione) -hanno un’elevata capacità di invasione e generalmente danno metastasi per via linfatica.

In alcuni casi si utilizza il termine epitelioma quale sinonimo.

Sarcomi: sono tumori maligni che originano dalle cellule mesenchimali.
Si utilizza una terminologia diversa se il tessuto di origine è riconoscibile (per es. osteosarcoma, fibrosarcoma etc.

Cani e gatti sviluppano tumori spontanei con comportamento biologico ed istopatologico simile all’uomo.

La cancerogenesi (sviluppo di un cancro) è un processo multistep in cui si devono verificare numerose fasi (iniziazione- promozione –progressione) – inoltre è influenzato da diversi fattori intrinseci al soggetto in cui si sviluppa (assetto immunitario). Il risultato dell’azione di questi fattori è lo sviluppo di un clone “tumorale” caratterizzato da autonomia proliferativa.

Varie sono le cause di neoplasia negli animali tra queste ricordiamo:

·         virus oncogeni (papillomavirus; retrovirus; Fiv; FelV e FeSV);

·         sostanze cancerogene di natura chimica;

·         radiazioni (cancerogeni di natura fisica).

·         Papillomavirus: virus oncogeni a DNA che provocano nel cane papillomi.

·         Questi generalmente compaiono in soggetti immunocompromessi per poi regredire nel giro di pochi mesi. In alcuni casi le lesioni possono progredire e diventare maligne.

·         Retrovirus: virus ad RNA a singola catena frequentemente associati a tumori felini.

·         I retrovirus patogeni esogeni comprendono il virus della leucemia felina (FeLV), il virus dell’immunodeficienza felina (FIV) ed il virus del sarcoma felino (FeSV).

FeLV viene trasmesso orizzontalmente nella popolazione felina inducendo disordini del sistema emopoietico (linfoma e disordini mieloproliferativi) ed immunosoppressione.

I linfomi mediastinico, multicentrico extranodale e leucemico rappresentano le forme più comunemente associate all’infezione con FeLV.

FIV è un lentivirus che replica nei linfociti T nei linfociti B nei macrofagi e negli astrociti. L’infezione con FIV predispone alcuni gatti allo sviluppo di linfoma generalmente extranodale che colpisce soggetti anziani.

FeSV deriva dalla ricombinazione tra FeLV esogeno e protoncogeni del genoma felino. FeSV provoca l’insorgenza di fibrosarcomi.

 

Composti chimici organici: benzene, idrocarburi policiclici, amine aromatiche, agenti alchilanti, derivati anilici ed azocomposti, tra quelli inorganici arsenico, asbesto etc.

La ciclofosfamide è un chemioterapico . Questa sostanza o i suoi metaboliti si concentra nelle urine ed a contatto con la mucosa vescicale può determinare grave cistite emorragica che evolve in carcinoma.

Anche alcune sostanze presenti negli antiparassitari può portare all’insorgenza del cancro della vescica. Inoltre, l’esposizione ad alcuni insetticidi può favorire l’insorgenza del ca. vescicale.

Es. cancro della vescica urinaria negli Scottish terrier.

Infine, alcuni studi segnalano che l’esposizione ad un noto erbicida può correlarsi allo sviluppo del linfoma del cane.

Si tratta di studi epidemiologici di associazione che dunque, al momento, non chariscono nessun effetto deteministico con la comparsa del tumore.

Le radiazioni ultravioletti UV-B sono in grado di danneggiare direttamente il DNA giocando quindi un ruolo patogenetico importante per molte forme tumorali.
Infatti, gatti a mantello bianco esposti ai raggi solari sviluppano frequentemente carcinoma squamocellulare cutaneo soprattutto in corrispondenza delle aree glabre del corpo.

Infatti, i danni provocati dalle radiazioni inducono alterazioni del DNA che vengono “riparate” dall’attivazione di p53. Quando questo meccanismo di controllo “salta” allora il danno si propaga alle cellule e da origine dapprima a lesioni preneopastiche poi al tumore maligno

La presenza di corpo estraneo potrebbe indurre lo sviluppo di alcune neoplasie.

Quando le mutazioni o in generale il danno/danni ai geni/genoma o cromosomi riguardano le cellule germinali allora si verificano, sebbene raramente,neoplasie ereditarie.
Un esempio tipico è il Pastore tedesco: cistoadenocarcinoma renale associato a dermatofibrosi nodulare e leiomiomi uterini multipli

Ben altra cosa è la predisposizione di alcune razze allo sviluppo di neoplasie. Si tratta di assetti genetici che si accompagnano alla trasmissione di alcuni caratteri.

Esempi

Bovaro del Bernese: disordini istiocitari

Golden retriever, Bullmastiff, Rottweiler e Scottish terrier: linfoma

Rottweiler: osteosarcoma

Boxer, Carlino, Shar-pei: mastocitoma

Cocker spaniel: adenoma perianale

Normalmente le cellule somatiche hanno un ciclo di crescita e moltiplicazione che è regolato in diverse fasi da geni.
La maggior parte delle cellule sono in fase G0 e quando subiscono lo stimolo proliferativo si moltiplicano. Tuttavia, considerato che possono intervenire numerosi fattori che alterano l’assetto genetico (mutazioni), in diversi punti il ciclo cellulare è sottoposto a controllo da parte dei c.d. checkpoints.

Ciclo cellulare e terapia con chemioterapici.

I tumori composti da cellule in rapido accrescimento rispondono meglio alle terapie antineoplastiche. Solo le cellule che si dividono attivamente sono sensibili alla terapia citotossica.

Un tumore costituito da cellule che replicano lentamente è poco chemioresponsivo.

La proliferazione cellulare si valuta considerando 2 fattori:

·         indice mitotico;

·         indici di proliferazione cellulare.

Tali indici hanno valori molto bassi nei t. benigni e molto alti in quelli maligni.

Per metastasi si intende la diffusione di cellule neoplastiche da un tumore primario a una sede non contigua, dove si stabilisce una crescita secondaria.

Tale processo può avvenire attraverso diverse vie: principalmente quella ematica o linfatica.

In molti casi vi è una certa specificità d’organo almeno per alcuni tipi tumorali, quali gli adenocarcinomi mammari che metastatizzano al polmone e all’osso o i tumori della prostata che hanno come sede preferenziale di diffusione i linfonodi regionali e le vertebre lombari

Il fenomeno metastatico richiede diverse fasi. E’ fondamentale che le cellule cancerose acquisiscano alcune caratteristiche funzionali fino alla selezione di un clone metastatico

Il processo di metastatizzazione richiede diverse tappe.

Adesione: il primo evento è il distacco dalla massa tumorale delle cellule, la loro penetrazione attraverso la membrana basale ed ingresso nella matrice.
Ciò è possibile demolendo le giunzioni intercellulari (desmosomi).
Quindi stabiliscono contatti con la matrice extracellulare mediante l’azione di alcuni recettori di membrana.

Invasione. È quel meccanismo grazie al quale le cellule neoplastiche (soprattutto t. epiteliali) penetrano la membrana basale ed attivano direttamente proteasi che digeriscono la matrice. E’ possibile che proteasi ed antiproteasi vengano prodotte direttamente dalle cellule della matrice.

Infine, si verifica la migrazione nei vasi dove le cellule neoplastiche formano degli emboli che possono essere attaccati dalle cellule del sistema immunitario. In molti casi, gli emboli neoplastici evadono la sorveglianza immunitaria e colonizzano altri tessuti ed organi.

Il paziente oncologico

Una volta raccolte tutte le informazioni possibili si può impostare un piano terapeutico che può comprendere chirurgia, radioterapia, chemioterapia da sole o in combinazione.

Follow up

Il trattamento antineoplastico non si ferma alla terapia ma è necessario seguire i pazienti nel tempo per monitorare un’eventuale recidiva o ripresa tumorale e per verificare l’eventuale presenza di metastasi a distanza.

In genere i controlli si eseguono ogni tre mesi per il primo anno ed ogni 4-6 mesi per il secondo anno. Dopo il secondo anno la frequenza può essere ulteriormente diluita.

Ad ogni controllo si consiglia:

·         visita clinica;

·         ispezione e palpazione del sito di exeresi quando indicato;

·         ispezione e palpazione dei linfonodi drenanti;

·         rx. torace in 2 proiezioni laterali;

·         ecografia addominale quando indicata;

·         esami del sangue quando indicati;

·         esame mediante biopsia di ogni nuova lesione.

 

 

 

 

Papilloma

E’ un virus appartenente al gruppo dei Papillomavirus. E’ estremamente diffuso è causa  malattie della cute e delle mucose. Tumore epiteliale benigno che può mutare in maligno costituito da un asse connettivo-vascolare e da un rivestimento epiteliale, uni- o pluristratificato, le cui cellule conservano i caratteri morfologici propri degli epiteli degli organi da cui prendono origine: cute, ghiandola mammaria, intestino, laringe, plessi coroidei, vagina, vescica. Alcuni papillomi hanno origine virale: così la verruca volgare e il condiloma acuminato. Il papilloma cutaneo appare come una massa rilevata, a limiti netti, generalmente sessile, a superficie squamosa, di consistenza coriacea, non dolente. Il papilloma delle mucose, particolarmente frequente nell’intestino retto e nella vescica, assume aspetto villoso, con numerose sottilissime frange. Può dare disturbi da ostruzione o emorragie, talora anche imponenti; facile è la trasformazione in una forma maligna. PAPILLOMA VIRUSVirus appartenente ai virus papova, molte varietà del quale provocano verruche sulla cute e papillomi sulle mucose e sono implicate nell’insorgenza dei carcinomi della cervice uterina. La papillomatosi è la presenza di numerosi papillomi in uno stesso organo, per es., nella vescica urinaria o sulla cute. Nelle specie animale i papillomi possono avere un'evoluzione (cosiddetta "progressione") da benigna a maligna. Colpisce i cani adulti dove si evidenzia come neoformazione singola sessile o peduncolata.Nei cani giovani può essere multiplo, si parla di “Papillomatosi” (orale, cutanea e oculare) e ha eziologia virale.Nel gatto è raro e la sede più frequente è il condotto uditivo esterno. Istologicamente risulta costituito da un asse fibro-vascolare ramificato ricoperto da un’epitelio squamoso iperplastico. Le cellule dello strato granuloso contengono numerosi e grandi granuli di cheratoialina. “Coilociti” possono  essere evidenziati nello strato spinoso e cellule fantasma (ghost cells) nello strato corneo. Spesso sottovalutato o del tutto sconosciuto, il virus del papilloma crea al cane fastidi che possono tramutarsi in pericoli reali. Nei casi più gravi si potrà intervenire chirurgicamente,Regola da non trascurare è il controllo e l’attenzione ai sintomi.  La possibilità di contrarre il male in questi ultimi aumenta notevolmente se in contatto con cani giovani visto che si tratta sostanzialmente di un’infezione di natura virale, fortemente contagiosa. Il contagio avviene molto rapidamente, e si dimostra sufficiente il contatto diretto fra i papillomi del cane ammalato con le mucose di quello sano che sono ancora più in pericolo nel caso in cui queste presentino delle piccole abrasioni o ferite anche superficiali. E’ proprio li che il virus avrà cura di inocularsi diffondendosi di li a breve. D’altronde riscontrare immediatamente la malattia è davvero difficile dato che dopo il contagio questa resta in incubazione per un periodo discretamente lungo che può variare fra i 30 e 60 giorni. L’incubazione si dimostrerà più duratura nei cani con ottimo sistema immunitario, che alla fine è costretto a cedere. Se il sistema immunitario non reagisce positivamente, col passare del tempo non solo i papillomi non spariranno, ma aumenteranno in volume e numero. Quando questi vengono contagiati anche alla lingua del cane, la difficoltà di alimentazione aumenta gradualmente. La dimensione e il numero dei papillomi dipende esclusivamente dalla rapidità con la quale il proprietario si sia accorto della malattia, Nei casi più fastidiosi e difficili il veterinario potrà intervenire o chirurgicamente o con diverse altre metodiche. Nel caso di papilloma di grandi dimensioni, facilmente raggiungibile e ben localizzato, ma soprattutto singolo è probabile che il veterinario proceda con applicazioni topiche: si opterà dunque per pomate, gocce o unguenti tutti a base di sostanze che disgregando la cheratina permettono una facile eliminazione del papilloma. Diverso il caso di papillomi piccoli e numerosi, che pure con il trascorrere del tempo non hanno dato cenno di voler migliorare. In questo caso si dovrà optare per attacchi tramite chemioterapia sistemica e tramite farmaci antineoplastici Quest’ultima cura si dimostra consigliata comunque ai proprietari che dispongono di molto tempo da dedicare al proprio animale. In caso contrario la soluzione chirurgica si dimostrerà sicuramente quella ideale. In alcuni casi anche la crioterapia si è dimostrata efficace. Attraverso l’applicazione di piccole sonde sul papilloma le cellule della zona verranno congelate e il virus contenuto in esse eliminato. Sembra addirittura che questa tecnica stimoli il sistema immunitario dell’amico a quattro zampe rendendolo più forte per eventuali nuovi attacchi da parte del virus. 

Marco Auriemma

 

 

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